Un'attrice-autrice che ci racconta (in teatro e non solo) le nostre contraddizioni e i nostri sogni; protagonista è la donna da sempre alla disperata ricerca di un’identità, di un ruolo ben definito all’interno della società o della famiglia.
Lella Costa e il suo teatro sono una lunga, tenace, straordinaria avventura di facce e di parole, un monologo ininterrotto con il pubblico, che ha inizio con un percorso che l’ha portata a frequentare esclusivamente autori contemporanei (Leonetti, Renzo Rosso, Mrozek). Successivamente a farsi le ossa alla radio, ad avvicinarsi al cosiddetto teatro-cabaret con un monologo, scritto nell’85 da Patrizia Balzanelli. Nel marzo dell’87, ha debuttato con il primo spettacolo di cui è anche autrice, “Adlib”, a cui l’anno dopo fa fatto seguire “Coincidenze”.
Dopo i primi successi ha frequentato trasmissioni televisive, partecipato ad alcuni film (Ladri di Saponette, 1989, di Maurizio Nichetti).
Con gli anni si è affermata come una delle attrici più caratteristiche della scena teatrale italiana con grandi apprezzamenti sia di critica che di pubblico.
Nel febbraio del ‘90 è andata in scena con il suo terzo monologo, “Malsottile”, una sorta di riflessione ironica e poetica su un tema che ama molto: la memoria.
Nel gennaio ’92 è uscito, edito da Feltrinelli, “La daga nel loden”, raccolta di testi degli spettacoli realizzati fino al ’91; contemporaneamente il debutto con “Due”, prima, e tuttora unica, esperienza fuori dalla struttura del monologo.
Nel gennaio ’92 è uscito, edito da Feltrinelli, “La daga nel loden”, raccolta di testi degli spettacoli realizzati fino al ’91; contemporaneamente il debutto con “Due”, prima, e tuttora unica, esperienza fuori dalla struttura del monologo.
“Personalmente l’impegno politico è stato quasi fisiologico e non ricordo, dal ginnasio e dal liceo in avanti, un momento della mia vita che non fosse legato in qualche modo alla politica, in senso sicuramente più classico e meno contemporaneo, vale a dire la relazione continua con quello che ci circonda, con la gestione della “cosa pubblica”, l’assunzione di responsabilità rispetto ai temi che via via si affacciavano. ….” Questa caratterizzazione l’ha accompagnata nella scelta dei testi e delle apparizioni ed ha condotto i componenti dell’associazione a consegnare a lei il premio “Parole di Teatro”.
Un riconoscimento con cui si vuole rendere omaggio al suo impegno profuso nel campo del Teatro. Si ricorda che lo stesso, ogni anno, viene offerto ad uno degli autorevoli artisti esibitisi sul palcoscenico del Teatro Comunale “ Curci ” di Barletta.
Un riconoscimento con cui si vuole rendere omaggio al suo impegno profuso nel campo del Teatro. Si ricorda che lo stesso, ogni anno, viene offerto ad uno degli autorevoli artisti esibitisi sul palcoscenico del Teatro Comunale “ Curci ” di Barletta.
Non rimane che toglierci la curiosità dell'approccio femminile a una figura maschile: quali lati del dilemma amletico può evidenziare una sensibilità femminile?